Dopo diversi tentativi per rimanere incinta, finalmente la bella notizia… io e mio marito sapevamo dei rischi che comportava una mia gravidanza.

Per farla breve, noi abbiamo l’anemia mediterranea, e questo comporta in una possibilità  su quattro che il feto sia affetto dalla talassemia maior, una malattia del sangue che lo porterebbe a ad avere dalla nascita (se riusciva a nascere) trasfusioni di sangue ogni 15 giorni. L’unica possibilità che aveva per sopravvivere era un trapianto di midollo osseo.

Dall’inizio sono cominciate le prime ecografie. In una ricordo che si muoveva tanto… ci salutava con la manina… ero felicissima quel giorno, al settimo cielo… cresceva bene, anche più del dovuto, infatti il dottore diceva che si portava una settimana avanti… facevo diecimila progetti, speravo tutto andasse per il verso giusto… era la cosa più bella che mi potesse arrivare…

All’undicesima settimana faccio la villocentesi per sapere se il mio bimbo è affetto da questa malattia oppure no. In quel’occasione potevo anche sapere con certezza il sesso del mio angioletto.

Dopo circa una settimana di dura attesa arriva la sentenza… il feto è malato.

I dottori non mi danno speranza, mio marito neanche… nel momento di un mio più totale dolore mi convincono che la cosa più giusta da fare è abortire, sia per me che per il bambino, per evitare ogni sofferenza futura…

E così, mi ricoverano in ospedale dove iniziano dei trattamenti per aprire l’utero… sarà  un parto naturale, mi disse il dottore, e dopo un travaglio di sette ore ho dato alla luce il mio bambino morto.

Uscii dall’ospedale distrutta dal dolore, il mio cuore non si è ripreso più, la depressione mi ha sfiorata, se non addirittura colpita in pieno. Attraversai il corridoio del reparto in lacrime… sentivo tanti bimbi piangere tranne il mio, e dopo tanto dolore per il parto, uscivo da quel maledetto ospedale senza portarmi nulla a casa.

Dopo una settimana mi arrivarono a casa anche i risultati per sapere il sesso… era un maschietto… il mio maschietto… spero solo che un giorno mio figlio mi perdonerà per il male che gli ho fatto.

Flora 05/08/2009

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